Ogni anno si svolge a Nocera Terinese la tradizionale passeggiata dei mulini organizzata da Agriturismo CALABRIALCUBO (quest’anno si è svolta la sesta edizione). Un appuntamento dal tema misto storico naturalistico che prevede di percorrere, a partire dalla chiesa di Nocera Marina e per buona parte al lato del fiume Grande, un sentiero durante il quale si incontrano 5 mulini fino a Nocera Terinese superiore appunto presso i locali dell’agriturismo CALABRIALCUBO, dove su può visitare l’ultimo dei mulini in una delle stanze della vecchia struttura, oggi parte dell’agriturismo, opportunamente ristrutturata e ammodernata.
Come recita la didascalia del cartello ad inizio percorso, è un sentiero di 4,5 Km che si percorre in circa 2,5 ore e che insieme alla preparazione in piazza davanti alla chiesa impegna piacevolmente per circa 3 ore. Si svolge il 12 agosto di ogni anno.
Sono 5 quindi i mulini che si incontrano durante il percorso:
- Mulino Ignazio Ventura – Di piccole dimensioni e di pregevole fattura caratterizzato dalla tipica torre idraulica e canale adduttore (saitta) ad archi, un tempo il mulino più frequentato della zona, secondo ricordi odierni, per tutta la prima metà del 1900 era molto noto, come qualità, ed identificato come “mulino del Destro”. Era il più importante sia per la grande mole di lavoro che si svolgeva sia perché molto attrezzato. Ad esso vi ricorrevano infatti quasi tutti gli agricoltori della stessa località Campodorato. Presumibilmente ha funzionato sino agli anni quaranta.
- Mulino/Frantoio Mancini (attualmente abitazione privata dei La Rosa) – famoso per un imponente ruota persiana. Vi lavoravano una decina di trappitari (frantoiani). Restano pochi tratti caratteristici del Frantoio e del Mulino ad acqua, i proprietari sono molto cortesi, ma cercate di non recare disturbo e …Attenti ai cani!
- Mulino Longo – Il rudere di proprietà dei Longo negli ultimi anni (fine anni ’20-25) è stato adibito invece a lavorazione dell’argilla per realizzare tegole (ceramili).
Archi: l’origine e l’utilità di quest’arcata, composta attualmente solo da 6 archi, è incerta; riportata alla luce nel corso delle pulizie del sentiero in occasione della 1° passeggiata ecologica, potrebbero essere ruderi della saitta, il canale adduttore del Mulino Longo poco distante, o avere origini differenti, alcuni ipotizzano che siano i resti dell’antico “Calvario”, nelle cui nicchie forse era rappresentata la Via Crucis che saliva dalla Caprara all’abitato. - Mulino “Danna Vittoria” – Il più grande e imponente dei 5, sono visibili dal sentiero le 2 torri idrauliche, una esagonale e l’altra cilindrica, restò in attività fino agli anni 40 del 900 quando fu in parte danneggiato da una piena del fiume Grande.
- Mulino Ventura – CALABRIALCUBO – L’unico mulino ristrutturato, oggi in funzione, è caratterizzato da 2 macine ad acqua e una linea continua degli anni 40 alimentata da motori elettrici che effettua le operazioni di pulizia, macinatura, e cernita della farina (Crusca, Cruschello, farina Integrale, Farina 0), è rimasto in attività fino alla fine degli anni ’70. Durante la II guerra mondiale, le truppe tedesche, prima nella fase di discesa e poi in quella di ritirata attraversarono il ponte sul fiume Grande presso il mulino oggi “Calabrialcubo”. Durante la risalita della penisola, i tedeschi, il 9 settembre 1943, mentre alle loro spalle procedevano la V armata americana e l’VIII inglese che pochi giorni prima avevano conquistato Nicastro, fecero saltare con le mine il ponte di ferro che era sul fiume Grande nei pressi del mulino.
Il ponte era stato costruito nel 1886, con una forte struttura in ferro costituita da elementi imbullonati di grandi proporzioni.
Quando fu fatta brillare la carica esplosiva, il boato fu talmente forte che infranse i vetri del mulino e di molte case. Rottami del ponte si sparsero tutt’intorno per molti metri, tanto da finire addirittura nei pressi di Via Canale. Per molti giorni i noceresi si misero, nella zona del fiume Grande, alla ricerca di rottami del ponte, da vendere, e per fare qualche soldo, ai ferrovecchiai. Ancora negli anni ‘60 se ne rinvenivano pezzi nei pressi del mulino. Il ponte fu poi ricostruito, con molto meno garbo, in cemento nel 1950 e ristrutturato, con ancora meno garbo, negli anni ’90.
A tutti i partecipanti è stata offerta maglietta e cappellino, che indossati prima della passeggiata, hanno contraddistinto piacevolmente tutti i partecipanti formando una bellissima scia colorata di persone. Chi voleva, poi, poteva ricevere anche guanti e sacchetti per raccogliere quanto di innaturale si potesse trovare poi lungo il percorso in modo da ripulire il sentiero dei rifiuti che in qualche modo lì erano finiti.
La serata si è conclusa, come di consueto, con un pic nic generale offerto dall’agriturismo, panino con prodotti locali e bibita (anche la birra autoprodotta, “‘a magara”), e con il ritorno in autobus navetta organizzato poi dallo stesso agriturismo.
Facciamo i complimenti a Marco Ferrini ed il suo staff per questa bellissima manifestazione che valorizza il territorio e fa conoscere la sua attività ricettiva e produttiva. La sua azienda, infatti, Azienda agricola Fangiano (www.fangiano.it) oltre ad occuparsi di ricettività, produce dell’ottimo olio, fa ristorazione e produce anche una serie di birre artigianali sotto il marchio di ‘a magara, oltre a fare tante altre cose.
Le foto di seguito mostrano i tanti momenti della passeggiata. Sono due set di foto, pertanto, una volta visto il primo set, servirà cliccare sulla freccia in basso alla pagina web per accedere al secondo set di foto. Buona visione e arrivederci alla passeggiata del prossimo anno!