Il territorio di Nocera Terinese si trova a 20 minuti dall’aeroporto di Lamezia Terme e nelle immediate adiacenze dello svincolo autostradale (A3) di Falerna.
È tra i più estesi del comprensorio e si estende dal mare sino alla montagna raggiungendo il monte Mancuso (m. 1327)
La comunità, che registra oggi poco più di 5000 abitanti residenti, sta scoprendo l’industria del turismo sulla fascia marina con l’arricchimento dei relativi servizi che si aggiungono alla presenza di villaggi turistici e seconde case distribuite sul territorio costiero. Negli ultimi anni il paese ha visto una riqualificazione delle infrastrutture sorte
spontaneamente e una pianificazione in modo alternativo del grosso potenziale naturale.
L’antico nucleo urbano è posto tra i 250-280 mt. s.l.m., su un modesto promontorio, al centro di strette e verdi valli in fondo alle quali scorrono due impetuosi torrenti.
Da questi profondi solchi naturali erosi dalle acque spirano le brezze che rinfrescano l’aria nei periodi caldi mentre i monti che circondano le vallate frenano i venti freddi dell’inverno. Nocera Terinese è stato apprezzato da sempre per le eccezionali condizioni climatiche e per la ricchezza di fresche e limpide sorgenti.
Si ha notizia che i Bali di S.Eufemia (il territorio era proprietà dei Cavalieri di Malta) solevano villeggiare appunto nel palazzotto di Nocera.
L’influenza religiosa della cittadina è evidenziata dalla presenza nel suo territorio di numerosissime chiese (solo sei nel nucleo urbano) e tre conventi (Minori Conventuali, Cappuccini, Agostiniani).
La sua documentazione storica risale al V° secolo: il geografo Stefano di Bisanzio ricorda che lo storico Filisto Siracusano parlava già di Nucrion o Nuceria dei Brezi. L’archeologo P. Orsi riconobbe tracce preistoriche dal carattere preellenico sull’altipiano detto di “Tirena” sul quale si è concentrata l’attenzione della sovraintendenza archeologica per identificare la città ivi sepolta: Temesa, Terina o Nucrion?
Per approfondire…
Tutta la storia di Nocera in un’opera monumentale. Millenni di civiltà e di vicende umane: dall’insediamento magnogreco di Terina, passando per Nucria e giungendo, sul filo dei secoli, alla caleidoscopica Nocera degli anni Duemila.
Adriano Macchione, autore del poderoso “Terina, Temesa Nucria” che ne ha consacrato l’autorevolezza e la competenza storica, si conferma studioso fine ed acuto, dedicando alla sua Nocera un’opera omnia.
In “Nocera terinese: storia e storie”, Macchione porta generosamente alla luce e valorizza un ricchissimo patrimonio culturale e di conoscenze, recuperando il sapere degli antichi, «di cui è depositaria la popolazione che abita quei luoghi da secoli».
Un’opera meritoria, la sintesi di una vita di studi dedicati alla Calabria condensata in quattro volumi, che conferiscono dignità al presente attraverso una minuziosa ricostruzione del passato.
Armidio Cario
L’antica importanza del territorio di Nocera si deduce dall’atto col quale Federico II D’Hohestaufen scambiò il feudo di Nocera con quello di Nicastro; atto che sottolinea come i due feudi godevano egual prestigio economico e sociale. Ma del suo passato si possono ammirare solo resti anche se di estremo interesse culturale: il Convento dei Cappuccini che, costruito nel 1581 sui resti dell’antico castello normanno di cui si legge ancora parte del perimetro murario, domina maestosamente l’abitato proponendosi come connotato essenziale per l’identificazione paesaggistica e panoramica del paese; la Chiesa Matrice di S. Giovanni Battista riccamente decorata di stucchi e di arredi conserva numerose ed antiche statue nonché delle tele del XVII° e XVIII° secolo, alcune attribuite al Pasqualetti; la statua lignea della Pietà detta dell'”Addolorata” (sec. XVII°) che presenta lo schema compositivo michelangiolesco ed è festeggiata durante la Settimana Santa con il rito dei “Vattienti”. Essa è venerata nella chiesa dell’Annunziata che tra l’altro è adorna di un seicentesco altare in marmo verde di Calabria; la Chiesa di S. Francesco con altarini tufacei di puro stile rinascimentale, arco trionfale (già annoverato tra i monumenti nazionali) arieggiante forme arabo-normanne su cui sono incise indecifrabili scritte; esso poggia su due colonne ottagonali con capitello a paniere adorno con motivi di frutta e foglie ed ha i basamenti a forma di piedi leonini nonché insoliti bassorilievi posti tra le colonne e la muratura.
Molti altri beni culturali sono cosparsi nel dedalo di viuzze; citiamo i più importanti: il Portale Ligneo della Chiesa di S. Maria con bassorilievi dell’arte popolare rinascimentale, tra cui spicca la figura della sirena Ligea, simbolo mitico delle origini di Nocera Terinese; gli Archi tufacei, con bugnato a punta di diamante, nei cortili dei palazzi delle più antiche e nobili famiglie; portali, cortili, larghetti, “vote” e scorci suggestivi dell’impianto urbano tipicamente medievali.
Due sono i momenti di notevole aggregazione sociale: la Settimana Santa, che assume tratti caratteristici di grande contenuto storico-culturale-religioso per i “Flagellanti”, meglio conosciuti come i “Vattienti“, la cui pratica risale al 1777. L’altro momento sociale ricco di religioso significato è la festa del patrono San Giovanni Battista, che si svolg
e il 24 giugno, con una fiera locale che anima per alcuni giorni il paese. La prima domenica dopo Pasqua si celebra la festa dell’Annunziata.
Anche Nocera Terinese, nonostante non sia l’ideale come Gizzeria, offre talvolta la possibilità di praticare il kitesurf se attrezzati di un kite delle giuste dimensioni (superficie della vela adatte a venti di media forza).
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