Le origini di Falerna non sono molto antiche; la fondazione risale alla prima metà del Seicento, quando il paese venne edificato dai d’Aquino nell’ambito di una più generale riorganizzazione dei feudi, colpiti da una profonda crisi economica e demografica che aveva indebolito il tessuto sociale ed economico del Principato ed aveva fatto precipitare la popolazione in uno stato di profonda miseria e povertà. Il nuovo centro abitato si sviluppò alle falde del monte Mancuso, sulle terre dove il Principe d’Aquino aveva raccolto alcuni pastori e contadini provenienti da altri paesi.
Antiche memorie conservano ancora i nomi delle prime 30 famiglie, assieme ai loro paesi di origine: Motta S. Lucia, Nocera, Martirano, Savuto ed una (Spinelli) anche di Nicastro. Il nuovo centro abitato si sviluppò rapidamente, lontano dalla via Popilia, l’importante arteria voluta dai Romani e riattivata dai Normanni, caduta poi in abbandono per mancanza di manutenzione, ricostruita in seguito dagli Spagnoli per il servizio postale (Castiglione rappresentava una stazione di sosta prima di giungere a Pizzo) e diventata, infine, luogo di transito per banditi e fuorilegge; ed i nuclei familiari passarono da 32 nel 1648 a 57 nel 1669, fino ad arrivare, a 50 anni dalla nascita del centro a 285 abitanti.
La fase di sviluppo demografico si manifestò per tutta la seconda metà del secolo, e coinvolse l’intero territorio del feudo, tant’è vero che i due centri, Falerna e Castiglione, sul finire del Seicento arrivarono a toccare i 1500 abitanti, contro gli altrettanti di Martirano, i 2000 di Nocera ed i 600 di S. Mango.La dipendenza dal vicino feudo di Castiglione durò poco, e quando le prime famiglie costituirono già un insediamento stabile, a due miglia dal mare, il centro abitato ottenne l’autonomia amministrativa, e nella numerazione dei fuochi del 1648 Falerna figurò da sola.
Per tutto il Settecento il paese si arricchì di nuove costruzioni, mentre Castiglione vedeva diminuire la popolazione di giorno in giorno; nel 1797, infatti, gli abitanti dell’antico borgo erano scesi a 366, mentre Falerna era arrivata a contarne 1040.
Dal punto di vista religioso il centro abitato di Falerna, all’epoca della sua fondazione, venne seguito dai sacerdoti provenienti da Nocera i quali celebravano Messa in una chiesetta, fino a quando il territorio venne dotato di una chiesa propria, e la Parrocchia, dedicata a S. Tommaso d’Aquino in omaggio ai feudatari, venne aggregata alla Diocesi di Tropea. La chiesa venne subito dotata dei registri parrocchiali, ed il primo matrimonio fu annotato il 5 giugno 1661.
Nel paese fu viva fin dall’origine la devozione a Maria SS. Vergine del Rosario, e nel 1749, per rendere ancora più solenne il culto, venne fondata la Congregazione dei Fedeli della Madonna, con sede all’interno di quello che fu il primo luogo sacro dei fondatori del villaggio, mentre quasi contemporaneamente veniva istituito il Monte Frumentario sotto forma di Opera Pia.
La chiesa di Falerna si trovò così riunita con quelle di Castiglione, Nocera e S. Mango in un circondario di circa 7000 anime, nella Calabria Ulteriore Seconda, una Provincia istituita al termine dell’organizzazione amministrativa del Regno operata prima dai Francesi e poi dai Borboni.
A capo del circondario era Nocera, con i suoi 2571 abitanti, mentre S. Mango ne contava 2201, Falerna 1785 e Castiglione 530.
Intanto a Falerna, unitamente alla prima chiesa del paese, dedicata oggi alla Madonna del Rosario, erano sorti altri edifici sacri: la Chiesa di S. Tommaso, che costituisce la Parrocchia, e la Chiesa della Provvidenza, costruita sul finire del secolo scorso.
Sul piano amministrativo Falerna, diventata Comune il 1811; assorbì anche il territorio di Castiglione, che perse così la sua autonomia e divenne una frazione del capoluogo.
Dal circondario di Martirano il Comune passò nel 1832 al circondario di Nocera, ed il territorio venne aggregato al distretto di Nicastro.
Da quel momento le vicende di Falerna cominciarono ad essere orientate verso la piana Lametina; e quando la Calabria prese le armi contro i Borboni, i volontari falernesi e di Castiglione accorsero a dare il loro contributo alla rivoluzione del 1848, combattendo sull’Angitola, pagando il peso della repressione borbonica che ne seguì, e tornando nuovamente a battersi sul Volturno agli ordini del generale Garibaldi. Subito dopo il plebiscito Falerna arrivò a contare circa 2600 abitanti.
Di tutte le feste religiose, oggi solo poche resistono; tra queste la ricorrenza della Madonna del Rosario, che si celebra la prima domenica di ottobre nell’ambito di un calendario di tre giorni che passa attraverso la tradizionale fiera delle Croci e termina con la processione della Madonna.
Lo sviluppo urbanistico della località marina ha spinto la Diocesi a costruire un moderno edificio sacro a Falerna Scalo, e la Chiesa è stata dedicata a S. Francesco di Paola, protettore della gente del mare.
Anche Castiglione, che dopo Falerna Centro e Falerna Scalo costituisce il terzo grosso agglomerato urbano del territorio del Comune, celebra la sua festa padronale in agosto, dedicandola a S. Foca Martire. Questo antico borgo medioevale, un tempo ricco di conventi e di altri edifici civili e militari, conserva oggi solamente i ruderi del castello e qualche chiesa; tutto il resto è andato distrutto con le sue stesse tradizioni religiose.
Nel corso del Novecento sono sparite dalla vita religiosa di Falerna anche le Confraternite, mentre il fenomeno evangelico, nato sul finire dell’Ottocento, è arrivato a contare intorno al 1950 più di 70 adepti, in parte artigiani ed impiegati.
Ma neanche la Chiesa Valdese di Falerna è riuscita a superare l’impatto con i tempi moderni, e la tradizione evangelica è andata perduta, così come perduto appare oggi lo stesso edificio che una volta costituiva il Tempio di questa ulteriore forma di religiosità popolare.
Tra le festività religiose più importanti si ricordano: quella del Patrono San Tommaso d’Aquino che si svolge il 7 marzo e l’8 settembre; quella di S. Foca che si festeggia a Castiglione per la prima domenica d’agosto, nel corso della quale viene allestita anche un’importante Fiera locale; la Festa in onore della Madonna del SS. Rosario, la prima domenica di ottobre.
Molto sentita è anche la festività di San Francesco in Falerna Marina la seconda domenica di agosto, con una solenne cerimonia che porta il Santo anche sul mare.
Significativi sono anche i riti della Settimana Santa perché molto partecipati dalla gente.
Per quanto concerne momenti di incontro o festività civili, non sono precisabili le date, ma è certo che gran parte di essi si svolgono nel periodo estivo in Falerna Marina, che è una tra le più importanti località balneari della riviera tirrenica calabrese.
Armando Orlando |
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