IL PITTORE DELLA PLACIDA QUIETE
Quadro dopo quadro, le tele di Carlo Buono si pongono come la successione dei capitoli di un romanzo a cui è stata affidata una storia interiore.
L’opera ricca di fantasie, di recuperi, di colori tersi coinvolge l’astante in dialogo emotivo e richiama versi di antichi cantori, musicali e sereni, pervasi dall’amore per una natura pura che favoriva una interazione ideale con l’uomo.
Traspare la lunga esperienza dell’olio che, tono su tono crea, consistenze materiche, la cui forza cromatica viene moderata dalla leggerezza dei colori pastello.
Nitido il colore negli effetti della luce, resa quanto più possibile vicino allo splendore naturale,nella distesa rosea della placida quiete, in perfetta sintonia tra stati d’animo e natura.
Lo sguardo sereno con cui l’artista guarda alla vita (frutto della saggezza maturata attraverso il vissuto) e il candore cromatico trasfigurano i luoghi topici dell’ambiente locale astraendoli dalla realtà per addentrarli nella fiction onirica.
Sui coaguli antropici, sui ritagli paesistici si addossa una messe di emozioni, sapide di indefinito romantico, di spazi lontani nel tempo.
Sottraendoli alla labilità delle esistenze per consegnarli alle forme incorruttibili dell’arte, Carlo Buono coglie dalla memoria squarci di paesaggi”d’altri tempi”, quando la matura, con la libera fantasia, inframmezzava le estensioni sabbiose della piana costiera di laghetti salati, di macchie salmastre intricate di cespugli dall’aroma pungente, aperte su radure come in un bosco incantato.
Non era fiaba ma realtà. Realtà che preme sulle figurazioni paesaggistiche con la nostalgia di un territorio, dove l’esplosione della “Marina” ha ingoiato il sapore selvaggio di lidi, che ci erano pervenuti ancora incontaminati.
Un lirismo pacato pervade l’intera opera: gli agglomerati abitacolari, i nudi di donna, le nature morte, i paesaggi, ora espansi nelle ascendenze dei celesti, puliti e trasparenti di luci rosate.
I nudi di donna, soggetti ricorrenti in Carlo Buono, sono posti in spazi filtrati da tinte tiepide, che scorrono come carezze lungo le linee morbide dei corpi,; con qualche accenno ai panneggi l’artista fa veicolare un tocco di raffinata sensualità.
Forme voluttuose e avvolgenti ammorbidiscono le linee e accolgono gli sguardi di una visione riposante, in un’atmosfera poetica, che mitiga le ansie, paga le tensioni predisponendoci meglio rispetto al futuro.
Vittoria Butera
Attestati di merito
1969 Medaglia di Bronzo – 3° Premio Nazionale di Pittura Sacra, Torre Annunziata (NA)
1970 Medaglia d’Argento- 1° Premio Nazionale di Pittura Arte Figurativa, Boscotrecase (NA)
1971 Medaglia di Bronzo – 1° Premio Nazionale di Pittura, S. Antonio Abate (NA)
1972 Medaglia d’Argento – 2° Premio Nazionale di Pittura, S. Antonio Abate (NA)
1972 Targa d’Oro Vermiglio – 1° Premio Nazionale di Pittura “La Tavolozza”, Pompei (NA)
1973 Medaglia d’Argento – 1° Mostra Nazionale di Pittura “On G, Brodoloni”, Castellammare di Stabia (NA)
1979 Targa d’Oro Vermiglio – 2° Concorso di Pittura estemporanea, Pimonte (NA)
1989 Coppa Biennale delle Arti Visive, Lamezia Terme (CZ)