Nocera Terinese, durante la Settimana Santa, diventa teatro di una singolare tradizione: il rito dei Vattienti. Un rito di origine pagana che in qualche modo ricorda la passione di Cristo.
Uomini, vestiti con un abito tradizionale, scalzi e con la gambe scoperte (i “Vattienti”), ognuno accompagnato da giovane ragazzo che porta una croce (“Acciomu” probabilmente derivante dal termine Ecce Homo) e abbigliato con un panno rosso attorno alla vita e con il petto scoperto, percorrono le vie del paese fermandosi di tanto in tanto per percuotersi la gambe con un oggetto di sughero nel quale sono stati conficcati dei piccoli pezzi di vetro.
La penitenza può sembrare forte, incontrollata e pericolosa, ma ricordiamo che le gambe del Vattiente sono state precedentemente anestetizzate con un liquido ottenuto da una mistura di aceto e rosmarino, anche se la sensazione che si percepisce è proprio quella di una flagellazione che per certi versi ricorda quella di Cristo.
Il paese si tinge di una atmosfera di grande spiritualità grazie anche all’intonarsi di canti religiosi da parte di tante donne nelle varie chiese del paese.
Roberto Vescio